porkROMA – Individuata carne irlandese in Emilia Romagna e in Campania. I Nas, e tutti gli organismi preposti al controllo degli alimenti, in queste ore stanno setacciando tutta Italia alla ricerca di carni di maiale provenienti dall’Irlanda, dopo l’allerta lanciata dall’Unione europea sui suini contaminati dalla diossina.

Sequestri. “Parte delle carni oggetto di allerta sono già state lavorate insieme ad altre per produrre prodotti di salumeria e parte è ancora in giacenza nelle celle frigorifere delle ditte. La carne tutt’ora presente è stata posta sotto sequestro, così come sotto vincolo sono stati messi i salumi in fase di stagionatura”. Così un comunicato dell’assessorato alla Salute della Regione Emilia Romagna. In totale, si legge, sono “255 le tonnellate di carne arrivate in sei stabilimenti dell’Emilia-Romagna”.
Sequestri in Campania. Quattro partite di carne suina importata dall’Irlanda sono state sequestrate in Campania. Lo ha reso noto l’Istituto zooprofilattico di Portici. La carne, diretta ai mercati di Baiano (Avellino), sarà esaminata nei prossimi giorni.

Partite individuate. “In Italia sono entrate 22 partite di carne suina proveninente dall’Irlanda dopo il primo settembre, ma sono state immediatamente sequestrate” aveva detto nel pomeriggio il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini. In serata il ministero ha chiarito: “Non si tratta di 22 sequestri ma di segnalazioni, da parte della Commissione europea, di 22 partite di carne entrate in Italia”. Il sottosegretario aveva anche parlato di possibili rischi pure per le carni bovine irlandesi.

I bovini. “L’Ue ha ravvisato una possibile contaminazione di diossina anche per le carni bovine irlandesi”, ha riferito il sottosegretario Martini che ha aggiunto: “Stiamo intensificando i controlli in attesa di specifiche misure”. E ha spiegato di aver ricevuto nel pomeriggio una segnalazione sulla possibile contaminazione anche di alcune partite di mangime destinato ai bovini irlandesi. Gli esperti del ministero non sanno ancora se vi sia stata effettivamente contaminazione della carne bovina e dunque non c’è motivo di allarme, ma “per precauzione” si stanno allargando i controlli nel nostro Paese.

“Importate minime quantità”. L’Italia importa dall’Irlanda “solo una minima quantità di carne”, soprattutto “carne fresca destinata all’industria di trasformazione”, spiega il direttore generale per la Sicurezza degli alimenti e della nutrizione del ministero della Salute, Silvio Borrello, che ritiene “difficile per gli italiani trovare al supermercato tagli di carne di suino irlandese” contaminata dalla diossina. “Il consumatore deve avere fiducia – aggiunge – i Nas stanno verificando”. I rischi sono “molto bassi”.

I veterinari. “I rischi sono davvero prossimi allo zero – rassicura il presidente della Federazione
degli ordini veterinari, Gaetano Penocchio – perché il pericolo sia reale occorrerebbe mangiare una gran quantità di carne contaminata e soprattutto per lungo e significativo tempo”.

Controlli alle frontiere. Continuano alle frontiere, coordinati dal ministero del Welfare, i controlli sulle partite di carne suina. La Commissione Ue ha chiesto a tutti i Paesi membri di bloccare le importazioni e controllare la carne suina di origine irlandese. Bruxelles ha confermato che i Paesi Ue coinvolti sono 12: Italia, Belgio, Gran Bretagna, Cipro, Danimarca, Portogallo, Francia, Estonia, Germania, Olanda, Polonia, e Svezia. In particolare si è appreso che la Francia ha importato 1.600 tonnellate di carne suina irlandese dall’1 settembre scorso. Lo ha reso noto la Direzione generale per l’alimentazione francese (Dgal), precisando che la carne è stata distribuita attraverso sei aziende importatrici, tutte identificate e tutte contattate perché ritirino le partite. Quanto ai Paesi coinvolti fuori dai confini dell’Ue, il commissario alla salute dell’Unione ha nominato Canada, Cina, Hong Kong, Giappone, Russia, Singapore, Corea del Sud, Svizzera e Usa.

L’origine della contaminazione. La polizia irlandese ha aperto un’inchiesta per risalire all’origine della contaminazione. Sembra accertato che sia stata provocata dall’olio industriale finito in una macchina usata per asciugare il mangime presso la Millstream Power Recycling, una ditta della contea di Carlow che trasforma prodotti alimentari di scarto in cibo per i maiali. Gli allevamenti irlandesi che hanno utilizzato quel mangime, e i cui prodotti sono stati bloccati, sono 47. Ad essi se ne aggiungono altri 9 in Irlanda del Nord.

“Per ora nessun altro provvedimento”. “Siamo soddisfatti di quanto il governo irlandese ha deciso – ha detto il commissario Ue per la salute Androula Vassiliou – sono misure soddisfacenti e non riteniamo necessario ricorrere a provvedimenti supplementari”. Tra i Paesi extra-Ue, Cina e Giappone hanno chiuso le frontiere alle importazioni di carne suina irlandese “a titolo precauzionale”.

L’Oms. Della vicenda si sta interessando anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha attivato la rete di collaborazione con tutti gli Stati Ue per verificare in che misura siano state importate e distribuite le carni.

Cia e Coldiretti. In Italia Cia e Coldiretti rassicurano: “Da noi non c’è alcun pericolo. Dall’Irlanda le importazioni sono praticamente nulle, i nostri allevamenti sono sicuri e sottoposti a rigidi controlli. Le produzioni italiane sono di qualità e seguono un disciplinare rigoroso”. Le due associazioni denunciano il rischio che l’allarmismo possa danneggiare il settore suinicolo “che viene da una crisi profonda con costi elevatissimi per gli allevatori”. E’ l’ora, continuano le associazioni, di estendere l’indicazione d’origine in etichetta a tutte le produzioni.

Etichetta obbligatoria. L’idea dell’etichetta obbligatoria è condivisa anche dal ministero della Salute. “La proporrò all’Ue per tutte le carni animali, per la tracciabilità dell’origine con estensione dell’obbligo anche alle carni suine”, dice il sottosegretario Martini che rassicura sulla bontà degli alimenti delle feste: “Zamponi e cotechini sono sicuri, hanno avuto un ciclo produttivo antecedente al primo di settembre”.

I consumatori. L’Aduc invita alla prudenza: “Non mangiate carne suina, almeno finchè non saranno resi noti i risultati delle analisi”, ha detto Primo Mastrantoni, segretario dell’associazione consumatori. Anche la Fsa, l’agenzia britannica per gli standard alimentari, consiglia di non consumare i prodotti ma sottolinea che, dato il basso livello di contaminazione, danni alla salute sono possibili solo se si è stati esposti per un lungo periodo alle sostanze contaminanti.