fumoDa quando è entrato in vigore il divieto di fumare nei luoghi pubblici, i bar hanno subìto una mutazione. Prima, non appena mettevi il naso all’interno, eri investito da zaffate di fumo, ora sei accolto da zaffate di brioche calde e dall’aroma del caffè. Fin qui nulla da dire, ma le cose non stanno esattamente in questi termini. Esiste un “lato oscuro”, un’altra faccia della medaglia, il secondo piatto della bilancia: i bar sono diventati luoghi da “brivido”. E non mi riferisco ai prezzi, che se solo ti azzardi ad appoggiare le stanche terga su una sedia o poltroncina o divanetto o qualunque altro oggetto atto ad accogliere il lato B di ognuno di noi, il costo della consumazione lievita in maniera spropositata.

Un caffè in piedi (come i cavalli) al banco costa 80-90 centesimi; lo stesso caffè portato al tavolino (che dista 30 centimetri dal bancone) vale subito 40-50 centesimi in più. Probabilmente è calcolato un indennizzo trasferta per il cameriere che potrebbe farsi male durante la trasvolata per raggiungere il tuo tavolino, che so essere investito da un krapfen caldo o fare un frontale con un altro cameriere che rientra al banco. Mi riferisco al fatto che prima del divieto di fumare, durante la stagione fredda (in pratica l’unica che si conosca in Trentino), le porte dei bar erano sempre rigorosamente chiuse. Ora invece sono sempre socchiuse, quando non aperte, per dare la possibilità a chi soffre di astinenza da nicotina di provvedere stando sulla porta del bar, a cavallo tra lo stipite e il marciapiede, fifty fifty, con metà corpo a 30 gradi e l’altra metà a meno due. Il che trasforma in breve il fumatore in un’entità astratta: metà torta gelato (la parte esterna) e metà vin brulé (quella dentro il bar). Ma il gioco vale la candela perché fuori dai bar è un po’ come essere su Face book senza l’ingombro del mouse: s’incontra un mucchio di gente con gli stessi tuoi interessi (colpi di tosse e dita gialle). Il contraltare di questa situazione è la porta del bar costantemente aperta, che costringe il barista ad alzare i termosifoni e quindi i prezzi per sostenere le spese di riscaldamento. Ecco perché sotto Natale il costo delle consumazioni aumenta e le persone sono sempre un po’ più fredde.