steve jobsSONO anni che le grandi case discografiche multinazionali combattono con la Apple per aumentare il prezzo dei download su iTunes, rompendo quello che fino ad oggi sembrava un muro invalicabile, quello dei 99 centesimi a canzone. E invece a far salire i prezzi delle canzoni scaricate ci riuscirà il governatore dello stato di New York, David Paterson, che ha deciso di introdurre una tassa del 4 per cento su ogni canzone scaricata. E anche su ogni altro contenuto d’intrattenimento distribuito digitalmente.

“È una mazzata su un mercato che sta cercando di risollevarsi dalla crisi”. Lo dicono i responsabili della Riia, l’associazione dei discografici americani. “È una tassa del tutto immotivata che rallenterà la crescita e spingerà ancora più verso il baratro l’industria della musica”, gli ha fatto eco uno dei responsabili dell’Ifpi, l’associazione internazionale della discografia.

Ma le proteste dei discografici non dovrebbero fermare il governatore, che ha un problema molto grande da affrontare, quello del calo delle entrate fiscali dovuto alla crisi di Wall Street. “Il punto in cui siamo è questo – ha detto Paterson ai giornalisti – forse ci avremmo dovuto pensare quando pensavamo che le tasse che incassavamo da Wall Street fossero inesauribili. Ora quelle tasse sono scivolate via. E bisogna fare qualcosa”.

Per provare a “chiudere” un buco di circa 15 milioni di dollari nel budget Paterson ha proposto l’introduzione di ben 88 nuove tasse e balzelli, non solo quella sui download, prontamente battezzata “iPod Tax”. Il governatore vuole infatti tassare anche i biglietti del cinema, le corse in taxi, le bottiglie di soda, di birra e di vino, i sigari, le palestre e i massaggi, i vestiti sotto i 100 euro, le tv via cavo e satellite. Puntare sul download ha una motivazione indubbia: il mercato della musica digitale, al contrario di quello dei cd, è in continua crescita da molti anni. In alcuni paesi del mondo, come la Corea ad esempio, rappresenta già oggi il 50% del mercato, ma in altri, come gli Stati Uniti, seppure le vendite crescano in maniera esponenziale, il guadagno digitale non è riuscito a compensare le perdite causate dal drastico calo di vendite dei cd, portando ad un serio ridimensionamento dell’industria discografica.

La leva del prezzo basso del download, 99 centesimi per canzoni, 9 dollari e 99 per un album intero, è stata la principale usata da Steve Jobs e dalla Apple per imporre non solo l’iPod ma soprattutto iTunes, il negozio di download digitale della sua azienda, che attualmente rappresenta più del settanta per cento dell’intero mercato digitale mondiale. Pian piano iTunes ha iniziato a rendere scaricabili anche programmi televisivi, libri, film, diventando il centro del nuovo mercato elettronico dell’intrattenimento.

Lo stato di New York non sarebbe comunque il primo a introdurre questa tassa, altri diciassette stati americani l’hanno già attivata da alcuni anni, Nebraska, Tennessee, il District of Columbia, Alabama, Louisiana, Maine, New Jersey, New Mexico, South Dakota, Arizona, Colorado, Hawaii, Idaho, Indiana, Kentucky, Texas, Utah. La tassa, in realtà, non ha mai colpito i grandi retailers come iTunes, che ha sede in California, dove i download non vengono colpiti. La legge americana non consente di tassare il download nel luogo da cui viene richiesto, ma nel luogo da cui viene messo a disposizione degli utenti, il che fino ad oggi ha reso iTunes, operativo dalla California, immune da aumenti