perturbazioneGli errori sono come i dischi, si rifanno ciclicamente”, cantavano i Perturbazione in Un anno in più, il brano che apriva Pianissimo fortissimo, l’album del 2007 che sanciva il loro esordio con la Capitol/Emi. Ironia della sorte, prendendo spunto forse proprio da quel verso, di errori la band torinese, dagli anni Novanta tra le migliori formazioni indipendenti della nostra scena, ha deciso di non farne più. E così il sodalizio con la Emi è durato solo un anno e un disco. “Quella di continuare a fare dischi per una major che non ci avrebbe garantito di comunicare come piace a noi, non era una prospettiva allettante”, spiega il chitarrista Gigi Giancursi.

Spazio alla creatività, dunque. Sempre con quella forbitezza di linguaggio, quell’attitudine melodica e sensibilmente pop che li distingue. Nuove strade, nuove idee. Come quella di registrare una cover inedita di Boys don’t cry dei Cure da ascoltare in streaming e regalare ai fan attraverso Kataweb Musica. Oppure la voglia di riprendere il materiale audio registrato durante Le città viste dal basso, la tournée teatrale con ospiti di riguardo che ha riportato in scena alcune delle canzoni italiane più belle sul tema della città. La novità è che alcuni dei brani presi dal quel tour saranno pubblicati su disco entro i primi mesi del 2009, seguiti da un nuovo viaggio intitolato Concerto per disegnatore e orchestra e dal prossimo album di inediti, che la band vorrebbe pubblicare entro l’autunno del prossimo anno.

Giancursi, come è nata l’idea di registrare una cover di Boys don’t cry e di regalarla ai fan in download?
Nei mesi scorsi abbiamo registrato vario materiale, tra cui cover acustiche di brani di gruppi che fanno parte del nostro background artistico, delle nostre passioni adolescenziali. Canzoni di gruppi come i Fugazi, a cui abbiamo rubato per esempio Waiting room. Si tratta di cover messe in piedi anche per gli ultimi tour, fatte con il piacere di rendere omaggio a nostri vecchi idoli. Tra queste abbiamo scelto Boys don’t cry. Un regalo per il Natale, per ricordare che i Perturbazione esistono ancora.

Siete nostalgici degli anni Ottanta?
Assolutamente, quasi tutti i membri del gruppo lo sono. Io che sono della leva del 1971 ricordo con molto piacere per esempio quando il sabato pomeriggio ci si trovava per andare a comprare dischi o ascoltare musica insieme. Con il senno del poi, molte logiche di quegli anni, che in un primo momento potevano apparire futili, si sono poi rivelate molto importanti, anche dal punto di vista musicale.

Suoni e stile come quelli dei Cure sono tuttora imprescindibili per molti, noi compresi.

Come nacque l’idea del tour Le città viste dal basso?
Il progetto è nato quando gli organizzatori di un festival a Modena, un paio di anni fa ci chiesero di pensare a un concerto che mescolasse musica e letteratura. In un primo momento non sapevamo cosa fare, ma poi ci venne l’idea di riprendere canzoni italiane con testi poetici, spesso messi in secondo piano dalla bellezza della melodia. Cominciammo a fare ricerche e a un certo punto, per legare ogni brano, pensammo di scegliere canzoni che parlassero di città. Da Rimini di De André a Sobborghi di Piero Ciampi. Il tutto inframmezzato da lettere di testi di scrittori, da Flaiano a Tondelli. Per il concerto di debutto invitammo sul palco anche Manuel Agnelli, Francesco Bianconi dei Baustelle, gli Offlaga Disco Pax e Cristiano Godano, scoprendo una complicità fantastica. Per questo, per tutte le date che seguirono continuammo a ospitare amici e colleghi.

Lo scopo era di far risaltare la poesia del testo?
Sì. Credo che quel tour abbia avuto il pregio di accentuare l’attenzione ai testi dei brani, invertendo per i nostri fan la tendenza, ormai valida per molti, di consumare musica in modo troppo vorace, senza un occhio di riguardo alla poesia che molto spesso si cela dietro a una strofa o a un ritornello.

Per questo avete deciso di farne anche un disco?
Anche per questo, certo. Abbiamo più di quattordici ore di materiale registrato: brani, letture, interventi di ospiti importanti. Riprenderemo il tour Le città viste dal basso la prossima primavera, coinvolgendo anche Mauro Ermanno Giovanardi dei La Crus. Il disco invece vorremmo farlo uscire prima dell’estate.

Cosa porterete in scena invece nel Concerto per disegnatore e orchestra?
Questa è un’idea nata dal fatto che Tommaso Cerasuolo, il nostro cantante, è anche un ottimo disegnatore, appassionato di fumetti e cartoon. Così, per la giornata inaugurale di Torino Capitale Mondiale del Libro, abbiamo pensato a un happening con musiche strumentali inedite per accompagnare sul palco Tommaso, intento a disegnare, partendo dalla traccia di un uomo e della sua ombra in cammino, ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, una storia proiettata sul fondale del palco. Essendo, un progetto collaterale, abbiamo rifatto dal vivo il concerto nel 2005 e 2006 un paio di volte. Ora vorremmo riprendere l’idea per un breve tour verso l’estate.

Poi sarà finalmente pubblicato un nuovo Cd di inediti?
Ce lo auguriamo tutti. Abbiamo già registrato veri brani. Manca ancora molto. Vedremo. Di sicuro i Perturbazione continuano a suonare.