Se c’è un nome che più di altri può racchiudere in sé la poetica stessa del fumetto giapponese, quel nome è Go Nagai. Secondo solo a Tezuka in quanto a fama e prolificità, a differenza di quest’ultimo Nagai non ha spaziato fra decine di generi bensì ha concentrato i suoi sforzi su tre argomenti principali portati allo stato dell’arte: sesso, violenza e robot! I dieffini, che manco a dirlo sono fan di Nagai, hanno già parlato dei robot (qui e qui), quindi stavolta si concentrano sugli altri due aspetti: quello dell’erotismo, spesso visto in chiave ironica e dissacratoria come nel cult Cutie Honey, e quello della violenza, che *SPOILER* affonda le sue radici in quello lì, come si chiama, ah sì Dante Alighieri, reinterpretato attraverso un linguaggio crudo e uno stile di disegno «espressionista e malato» (cit. il libro di storia dell’arte delle superiori su Munch). Segui quindi i dieffini nel loro viaggio di virtute e canoscenza su Go, che non vuol dire né “vai” né “cinque”, ma è un comunissimo nome maschile giapponese e vuol dire “prode”, il Prode Nagai! Visto quante ne scopri con questo podcast? Clicca! ★ Sorpresona finale: la misteriosa Princess Rose, boh.

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