La pubblicità incriminata

LONDRA – «Mercifica il corpo femminile e la modella dello spot sembra avere meno di 16 anni». Con queste parole l’Asa (Advertising Standard Authority), l’Osservatorio della pubblicità inglese, ha vietato l’ultima rèclame del marchio statunitense American Apparel apparsa sulla rivista giovanile Vice magazine che mostra una ragazza seminuda promuovere una felpa della nota catena d’abbigliamento. Secondo l’Asa la modella che compare nello spot è poco più di una ragazzina e le immagini presenti sulla rivista potrebbero disturbare la sensibilità dei lettori britannici.

FOTO SEXY – Nella pubblicità incriminata si susseguono sei diverse immagini della modella. Nella prima la ragazza indossa un top col cappuccio e degli shorts. Man mano che si va avanti la modella assume atteggiamenti sempre più provocanti e porta avanti una sorta di spogliarello mostrando con disinvoltura parti del suo corpo. Nelle ultime due foto, quelle più controverse, s’intravede anche il seno della giovane modella. L’Asa ha sottolineato di aver censurato lo spot anche perché la pubblicità è stata reclamizzata su un magazine letto da tanti adolescenti. La rivista è distribuita gratuitamente nei bar, nei nightclub e in numerosi negozi d’abbigliamento del Regno Unito.

IL CASO ALLEN – Il marchio americano American Apparel respinge le critiche e dichiara che la modella non è affatto una ragazzina visto che ha già compiuto 23 anni. Rigetta anche l’accusa di voler mercificare il corpo femminile e dichiara che gli scatti non mostrano uno spogliarello, ma in ognuna delle foto la modella fa vedere i diversi modi d’indossare la felpa. «La nostra azienda – dichiara all’Independent di Londra il portavoce di American Apparel – promuove i suoi capi in 20 diversi paesi. Raramente una nostra pubblicità è stata censurata da un organo di controllo e questa indagine è uno di quei casi sporadici». In verità non è la prima volta che la società americana conquista le prime pagine dei giornali per i suoi spot provocatori. Già in passato la compagnia statunitense era stata criticata per aver usato nelle sue rèclame ragazze giovani e poco vestite. Inoltre lo scorso aprile è stata denunciata da Woody Allen per aver sfruttato una sua immagine su alcuni manifesti pubblicitari senza il suo consenso. Alla fine il regista di «Io e Annie» e la American Apparel hanno raggiunto un accordo extragiudiziale e la casa d’abbigliamento ha risarcito il regista con 5 milioni di dollari.