Onda distopica
Solitamente i processi innovativi si sviluppano principalmente nelle realtà metropolitane. Oggigiorno, però, internet apre le porte anche alle province. Basta un computer e un collegamento alla rete per poter partecipare alle innovazioni. È quello che è avvenuto a Carlantino, un piccolo paesino della provincia di Foggia, dove i membri degli “Onda Distopica” (giovane rock band locale) hanno deciso di incidere un album senza l’ausilio di una casa discografica. Ma cerchiamo di andare con ordine.
Ascoltiamo l’intervista su Radio Incredibile
Molti considerano internet uno dei principali responsabili del decadimento musicale del nuovo millennio: la pirateria informatica affossa i guadagni delle case discografiche che, di conseguenza, non hanno risorse da investire su progetti musicali sperimentali. Dall’altro lato, però, la rete e la tecnologia informatica regalano delle grandissime opportunità alla musica indipendente. Avendo a disposizione un semplicissimo computer, una band emergente è in grado di registrare le proprie canzoni e di distribuirle online. E tutto questo può avvenire con un budget ridotto e senza firmare alcun contratto con le etichette discografiche.
Un esempio concreto? Prendiamo gli “Onda Distopica”. Poco meno di una dozzina di mesi fa, i quattro componenti del gruppo (Donatello, cantante e chitarrista; Giuliano, batterista; Luna, tastierista; Pietro, bassista) iniziano a condividere la scena sui palchi dell’entroterra foggiano e, contemporaneamente, danno il via a un progetto temerario: incidere un intero album tra le mura di casa con una strumentazione dal costo contenutissimo.
Il risultato finale si chiama “Invisibili”: album che, a partire dal 17 di marzo, sarà disponibile su Amazon e sarà distribuito sulle principali piattaforme online di streaming e di download (i Tunes, Google Play, Spotify e altri).
Avendo a disposizione una totale libertà creativa, gli “Onda Distopica” si sono permessi di affrontare tematiche di un certo peso nei loro brani: vale a dire la crisi politica, sociale ed economica della civiltà occidentale. Il tutto sorretto da un sound aggressivo, che si sposa con l’aura di protesta che avvolge le canzoni. In sostanza, l’intento principale di “Invisibili” vuole essere quello di denunciare tutto ciò che conduce la società moderna verso una deriva apocalittica.
L’intero album è un viaggio che parte dall’Altra Pelle, brano antirazzista per eccellenza, per passare poi a toccare temi come il terrorismo nel brano La dea della Morte, la mafia e la corruzione in Serpente Velenoso. Il brano Invisibili (da cui prende il nome l’album) racchiude in sé tutta l’essenza dell’album, dedicato proprio a tutte quelle persone che si sentono schiacciate da una società che non da loro spazio e valore. Il Vento e Generazione Inerte sono i due brani più spinti dal punto di vista ritmico: il primo racconta la voglia di non seguire il gregge, il secondo come sempre di più le nuove generazioni siano vittime della staticità e del disinteresse per quello che accade nel mondo, come se fosse qualcosa che non gli riguarda. Con un sound rock-blues abbiamo poi Paura, che parla dello sfruttamento nel mondo del lavoro e di come molta gente pur di essere stimata passi la sua intera vita a dedicarsi solo a quello. Chiude l’album l’apocalittico brano la Fine dei Tempi, che vede la rinascita di un mondo migliore a partire dalle ceneri che resteranno di questo mondo.