più di una professione è una passione

Una carriera iniziata per scherzo a 16 anni e diventata una passione e una professione, quella per la musica e l’audio. Stefano Lelii, Classe ‘79 ha fondato nel 2001 a Nereto “la Baia dei porci – Recording Studio” e negli anni è diventato un punto di riferimento per i musicisti del centro Italia. Presso il suo studio, recentemente potenziato, gli artisti possono realizzare un prodotto completo: registrazione, produzione e distribuzione. Quest’ultimo grazie a “Udedi musica e cultura”, un contenitore di etichette indipendenti da lui stesso fondata. Nel suo studio lavora anche per altre applicazioni audio come sonorizzazione di film, doppiaggi di serie televisive e spot pubblicitari. Bassista autodidatta, componente storico della famosa band “i Pupazzi”,.da 11 anni organizza diversi corsi nell’ambito audio, dal tecnico del suono base ai livelli più avanzati raccogliendo più di 300 partecipanti e diversi workshop con alcuni dei maggiori rappresentanti del panorama musicale nazionale e internazionale. Ricordiamo figure come Marco Borsatti (Laura Pausini), Nicola Venieri (Vasco Rossi), Marco Vannucci (fonico internazionale) Dario Paini (collaborazioni con Jovanotti e Eros Ramazzotti), l Volo, Dale Davis (Amy Winehouse) e molti altri.

Sulla base della tua esperienza accumulata in questi anni, che ne pensi del panorama musicale e artistico del nostro territorio?

Nella nostra zona ci sono molti talenti ma non riescono a promuoversi in modo ottimale un po’ per mancanza di mezzi economici un po’ per chiusura mentale. Il servizio che offro loro è un prodotto a 360º e adattato sulle esigenze della band o del singolo cantautore. Certamente, il progetto innanzitutto mi deve piacere per sostenerlo anche dal punto di vista tecnico. In tutti questi anni ho capito che la mia deve restare una passione e non un semplice lavoro altrimenti non riesco a dare il meglio per me e per gli altri. Solo così mettendoci del mio, anche gratuitamente, riesco a costruire in accordo con l’artista che rappresento, un prodotto ottimo sotto ogni punto di vista.

Parli di “chiusura mentale”. In che senso?

Ci tengo a sottolineare che in questa affermazione non sto parlando dei musicisti. Anzi loro ce la mettono tutta per crearsi la loro opportunità. Purtroppo però non viene data loro la possibilità di esibirsi, non viene sostenuta la musica emergente ed inedita. E non sto neanche parlando dei gestori che per sopravvivere devono pur riempire i locali e quindi sicuramente preferiscono una cover band a musicisti che fanno della musica propria. La “colpa” non è la loro ma del pubblico che preferisce il virtuale al reale. Internet ci ha dato molte nuove possibilità annientando però la voglia di uscire e conoscere il mondo.

Qual è quindi la tua soluzione?

Spegnete i monitor, uscite di casa, fatevi una birra e tornate ad ascoltare la nostra bella musica.

http://www.recordingstudio.it