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«Mamma, vieni! I Rolling Stones ti stanno aspettando!», grida, da lontano, Hillary. Mick saluta calorosamente l’anziana signora e Keith la chiama addirittura per nome, abbracciandola forte. Lei è Hillary Clinton, l’anziana signora sua madre e Mick e Keith sono il cantante e il chitarrista del più grande gruppo rock del mondo, i Rolling Stones. La scena ha qualcosa di surreale. «Sta arrivando mio nipote. E anche degli altri amici con i loro figli. Sono tutti molto eccitati», aggiunge Bill Clinton. «Che piacere vederti!», risponde la band.

È l’autunno del 2006, siamo al concerto di beneficenza per la Fondazione Clinton che i Rolling Stones terranno al Beacon Theater di New York. L’incontro è documentato dalle immagini del film Shine A Light di Martin Scorsese. L’effetto è strano per chi pensa ancora ai Rolling Stones in un certo modo. I potenti del mondo, tra cui addirittura un ex presidente degli Stati Uniti d’America come Bill Clinton, fanno la fila per andare a stringere la mano a una band che ieri era considerata la feccia della società. Un cattivo esempio, una minaccia addirittura. Basti pensare alla celebre frase: «Lascereste uscire vostra figlia con un Rolling Stone?». Ovvia risposta: no. E oggi, lascereste uscire vostra figlia con un Rolling Stone? Ovvia risposta: sì.

Gli Stones non hanno più l’aria pericolosa. Lo dimostrano anche i nuovi arrangiamenti delle loro canzoni: zuccherosi, magniloquenti, pensati apposta per il pubblico da stadio che ha molti soldi da spendere per un concerto. Eppure fa un certo effetto vedere le prime file di quello show con la meglio gioventù americana (tra cui presumibilmente la figlia del presidente, Chelsea) ballare sulle note di un inno al consumo di eroina come Brown Sugar. O al ritmo della celebrazione del demonio Sympathy For The Devil, una delle più grandi canzoni rock&roll mai scritte. Al punto che il regista francese, il re della “nouvelle vague” Jean-Luc Godard, gli dedicò un intero film dal titolo omonimo: due ore e mezza in studio a contatto ravvicinato con gli Stones, in cui è chiara la forza devastante di Jagger e il suo sodalizio con Richards, mentre il fondatore del gruppo, Brian Jones, appare già come un ectoplasma.

Ma dietro quella che oggi è una facciata unanime di consenso ci sono storie maledette: non solo nel caso degli Stones, ma anche di altri artisti come Led Zeppelin, Beatles, Doors, Jimi Hendrix. Vale la pena raccontarle per capire il lato oscuro dei “meravigliosi anni 70”. Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di scoprire il perché della loro “simpatia per il Diavolo”.