nerd show bologna

E pensare che quando ero ragazzetta, la mia passione per i fumetti (in particolare per quelli che i babbani definivano “con gli ‘omini con gli occhi grossi” – sono toscana n.d.r.) era motivo di stigmatizzazione? Parola brutta, vero? Ma rende bene l’idea. Insomma, io ero la sfigata, con tanto di occhiali, apparecchio e ricci impenitenti, che leggeva i manga anziché ascoltare i Take That o guardare Non è la Rai (sono degli anni ’80 n.d.r.). Chi l’avrebbe detto che negli anni dieci del nuovo millennio, invece, sarei stata addirittura una persona cool!?

Dico questo con non una punta di snobbismo, della serie “io c’ero già quando voi ancora non avevate compreso”, ma anche con una ventata di felicità nell’anima, perché oggi, finalmente, anche noi nerd possiamo camminare a testa alta. E non dobbiamo neanche più struggerci sognando il Comicon, così lontano, perché il nostro bello stivale disteso sul mare è ormai patria di fiere ed eventi a noi dedicati. Così, tra i vari Lucca Comics and Games, Romics, Cartoomics e via discorrendo (se non vi cito, o miei standisti, non ve ne abbiate a male, è l’imperativo della sintesi che me lo impone) ecco che spunta anche il Nerd Show di Bologna, che proprio niente ha da invidiare ai suoi predecessori. Non potevo certo mancarlo.

Location: Bologna Fiere. L’evento si snoda tra i vari padiglioni, riempiti a dovere di tutto quello che un nerd può sognare. E, ve lo dico, si sogna ad occhi aperti, anzi spalancati.

Così eccomi qui: zaino in spalla, t-shirt di Sailor Moon, scarpe da ginnastica testate per la trincea, pronta a spendere la mia giornata nel modo più costruttivo che vi possa venire in mente. Quale? Pausa, prendo fiato e sbam… cercare numeri mancanti di fumetti, riempirsi le tasche di gingilli otaku e nerd, accaparrarsi magliette che mai metterò con i miei beniamini stampati sopra (e, ve lo dico, c’era uno stand dove avevano addirittura esposto delle fruite bianche dedicate al Cobra Kai), acquistare giochi per consolle a prezzi folli (sgomitando tra gli adolescenti per farmi posto – nemmeno fosse il primo giorno dei saldi da Primark), sgranare gli occhi davanti a composizioni incredibili realizzate con mattoncini Lego emozionandosi più degli infanti presenti, riprovare il brivido che solo l’ingresso in una sala giochi poteva regalarti, solo che adesso le postazioni gioco sono non solo gratis ma anche ben quattrocento (e fare il culo a tutti a Puzzle Bobble), riconoscere proprio tutti i personaggi impersonati dai vari cosplayer, perdere la comitiva a causa dell’improvviso mutismo in cui ti chiudi durante la lettura di quell’albo che avevi comprato la prima volta nel lontano 1997, sbavare davanti agli stand dei più grandi editori del settore, assistere ad un incontro di wrestling tra l’Uomo Tigre e il Re delle Tigri mentre Mister X osserva da bordo ring, mangiare crepes alla nutella fregandosene della linea, cercare introvabili miniature, assistere alle presentazioni dei nuovi volumi di autori del calibro di Leo Ortolani o assistere alla proiezione dei primi due episodi de L’Attacco dei Giganti in lingua originale, cantare a squarciagola quelle canzoni che ti hanno cresciuto manco fossero tua madre insieme a Giorgio Vanni (e già cominci a cantare “Chi sei, Goku non lo sai”).

E tutto questo l’ho potuto fare davvero, proprio lì, al Nerd Show di Bologna.

Chiara Francioni