Ciak
 UNA notizia luttuosa colpisce il grande popolo, femminile, di “Sex and the city”, una delle serie televisive più intelligenti e spregiudicate fatte per un pubblico evoluto e cosmopolita, del tipo di cui mai terrebbero conto i nostri autori, fermi al moralismo e al familismo di maniera. Per ragioni di solo profitto, dopo l’antipatico primo film per il grande schermo, con Carrie, Miranda, Samantha e Charlotte, ne faranno un secondo.

Certo il successo commerciale del primo pare sia stato strepitoso, ma noi, mai sazie, che stiamo rivedendo forse per la decima volta (adesso su Foxlife) la fiction, fummo molto deluse dalla cineversione 2008: vestiti brutti anziché alla moda, una New York qualsiasi senza peccato, vite domestiche lagnose anziché incontri erotici elettrizzanti. Molto annacquata l’amicizia tra donne. Roba quieta, adatta anche agli uomini, mentre si sa quanto la serie televisiva li metta a disagio, con quella sessualità facile e quella scostumatezza verbale con cui le quattro amiche si raccontano le prestazioni spesso manchevoli degli amanti.

Le loro coetanee, le donne che tra il 1998 e il 2004 avevano tra i 35 e i 40 anni, si specchiavano in quelle ragazze intelligenti, libere, e non sempre felici: per le quali, dopo tanto girovagare, e gioire, e penare, per tutte, per Carrie, Miranda, Samantha, Charlotte, arrivava l’uomo giusto, il lieto fine. Oggi ancora più di ieri, le ragazze del Sesso e della Città, ferme nel tempo della fiction, sono ammirevoli: perché fanno l’amore per sesso e sentimento, per passione e curiosità, ma sempre per se stesse: nessuna, mai in tutta la lunga serie di puntate, lo fa, come pare di moda adesso, in cambio di qualcosa, danaro o carriera.
Già nel primo film non tutti i lifting erano venuti bene, la tristezza era calata su quelle meravigliose ragazze: figuriamoci come sarà il secondo, due anni dopo.
Non ci aspettiamo niente di buono dalle un tempo amabili ragazze, adesso sempre più inoltrate nei 40 anni, quando diventa sempre più improbabile accumulare scarpe e avventure, e sempre più raro averne voglia.