Per gli italiani la Fujiko più famosa che ci sia è la femme fatale del gruppo di Lupin III, ma per i giapponesi ancor più famoso di Fujiko è il fumettista Fujiko Fujio, ovvero in realtà i due fumettisti Fujimoto e Abiko che hanno unito i loro cognomi e i loro talenti per realizzare alcuni fra i fumetti e cartoni animati più popolari in assoluto nella storia dell’intrattenimento giapponese, e fra questi il più celebre, il più celebrato, il più cerebrale, il più cerebroleso di tutti i loro progetti è il re dell’animazione giapponese: il gattone robot Doraemon! Quello azzurro senza orecchie tutto disegnato con linee tonde comprese le zampe, come il professor Onizuka sa bene. Doraemon è una delle icone più universalmente note del Giappone nel mondo, tipo il monte Fuji e le geisha, quindi i dieffini non potevano non dedicare a Nobita & company un intero episodio pieno zeppo di allitterazioni, paradossi temporali, bambini sdentati, madri sanguinarie e persino Fabrizio Frizzi. Doraemon svolge da decenni sui suoi spettatori un evidente scopo didattico, insegnando a comportarsi bene e prendersi le proprie responsabilità, quindi per favore ascolta l’episodio scofanandoti una confezione di dorayaki coi fagioli dolci e non di patate dolci, che fanno fare le puzzette, cortesemente. ★ Bonus: gatti di peluche al museo di Shigeru Mizuki!

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