È come se qualcuno avesse spento il televisore. Quello in bianco e nero. Una fetta di storia e di vita, portate via, di brutto, così, improvvisamente. Fine delle trasmissioni, sigla e, come accadeva ai tempi suoi, l’antenna sale, malinconicamente, tra le nuvole. Potrei dire che Mike Bongiorno lascia, non raddoppia. Potrei aggiungere allegria! O ancora «fiato alle trombe Turchetti». Tutta roba sua, del signor Michael Nicholas Salvatore Bongiorno, uno che voleva fare l’americano, essendo nato a New York, ma era italiano in tutto e poi tutto, tranne nella pronunzia ricercatamente yankee delle parole e delle frasi originarie, per distinguersi da noi poveretti limitati nel «de cat is on de tèbol».
La televisione con la faccia da uomo, il padre di tutti i radiotelequiz, l’artista delle gaffe, sincere, ignoranti, genuine, ha chiuso il suo show all’estero, in zona franca, Montecarlo deve essere un dolce posto per salutare il pubblico, così come lo sarebbe stato la vetta del Cervino, sempre più su, una mano a sventolare l’aria, poi, buio.