Nel 1996, per il lancio dell’edizione americana, condusse un sondaggio analogo tra scienziati e studiosi di ogni campo: molti sbagliarono per difetto, non riuscendo a pronosticare, o a immaginare, gadget come l’iPod o tutto lo straordinario potenziale di Internet. Anche stavolta gli indovini sono stati piuttosto cauti: la maggior parte delle loro predizioni si intravedono già dietro l’angolo, ma il what next, ciò che ci riserva il futuro, potrebbe anche sorprenderci. In meglio o in peggio, resta da vedere.
Vediamo, dunque, cosa c’è nella sfera di cristallo di futurologi come Ian Pearson, Faith Popcorn, Norman Foster e gli altri esperti consultati per l’occasione. Entro il 2020 ci sarà una missione spaziale umana su Marte: un viaggio nello spazio lungo da 500 a 900 giorni, che espone gli astronauti a forti dosi di radiazioni, problemi alle ossa e la complicazione di portare con sé (o rigenerare sul posto) acqua e ossigeno. Ma se sul pianeta rosso si scoprirà il petrolio, come alcuni scienziati ritengono possibile, i finanziamenti arriveranno (altrimenti la data dello sbarco su Marte viene rimandata al 2040). Sempre entro il 2020 avremo computer, robot e macchine dotati di intelligenza artificiale, in grado di superare il cosiddetto “test di Turing”: parlando con loro, non saremo in grado di capire se sono umani o umanoidi. Ma bisognerà attendere il 2040 per robot super-intelligenti, capaci di aumentare da soli la propria intelligenza, e – se non controllati – di sottomettere la nostra specie. I progressi nel campo della medicina ci permetteranno di creare un vaccino per l’Aids nel 2024, occhi artificiali nel 2030 e di dichiarare curabile il cancro nel 2032, oltre che di avere, tra dodici anni, la pillola anticoncezionale maschile. Nel 2035 avremo un’automobile che guida da sola, meglio di noi, con il pilota automatico, a carburante sostenibile. Quelli della leva del 2023 diventeranno in larga parte centenari: se nati nell’Occidente ricco, s’intende.