”[…] io sfrutto ciò che i miei mi dicono da sempre, a volere tutto e a vivere con niente […]”

di Carlo Lucadei – Radio Incredibile

La Base è – “un gruppo hip hop con la passione per la musica suonata, il soul e il funk”così amano definirsi. Il progetto ha una doppia cittadinanza: Roma – Ascoli Piceno. Il gruppo è composto da Kenzie (testi), Francesco Fioravanti (chitarra), Massimo Cantisani (voce), Guerino Rondolone (basso), Dario Giacovelli (basso), Davide Savarese (batteria) e Benjiamin Ventura (tastiere).

Il 10 febbraio hanno pubblicato l’omonimo EP costituito da sei tracce: Resti qui, Basta che ci sei, Dillazzilla, Il senso, Face to face e Get Down e abbiamo avuto modo di parlare con Kenzie, che ci ha raccontato…

Tutto parte un anno e mezzo fa, Francesco si è occupato di tutta la parte musicale, ha creato tutte le basi e poi mi contattò per farmele sentire. Ne sono subito rimasto entusiasta e abbiamo deciso di dar vita a questo progetto accompagnati dalla voce incredibile di Massimo.

Perché il nome La Base?

Trovare il nome per il progetto è stato più difficile che scrivere i testi (ride). Inizialmente ci venivano in mente solo nomi in altre lingue, ma a un certo punto abbiamo deciso che il nome doveva essere italiano e dopo un’accurata ricerca è venuto fuori “La Base” non c’è un motivo ben preciso, ci piace come suona, rimane in testa facilmente quindi è un’ottima “base” su cui poter costruire e lavorare.

Come è cambiato l’approccio al beat dovendoti confrontare con più musicisti?

L’approccio è totalmente diverso sia a livello di scrittura sia durante i live. Nasce quella sorta di inconscia attenzione in più in tutto. Cerco di essere il più musicale possibile (cosa non molto usuale per i rapper) e a livello di messaggio siamo completamente su altri campi, non troverete punchline o cose di questo tipo, dato che ad oggi il rap ne è fin troppo colmo.

Un’aneddoto indimenticabile?

Beh penso che la cosa più indimenticabile siano i messaggi vocali che mandavo a Massimo quando dovevo fargli sentire un ritornello (che poi lui avrebbe dovuto ricantare). A volte era il telefono stesso che si rifiutava di mettere in play.

Il messaggio che volete portare con questo EP?

Non c’è un messaggio univoco, in questo EP ogni traccia è diversa dall’altra sia per mood sia testualmente parlando. C’è la traccia ironica, quella riflessiva, quella d’amore quella di protesta ecc ecc. Più che di messaggio parlerei di impronta che vogliamo lasciare, grazie alla ricerca di un sound che penso sia il tratto più distintivo del progetto.
Di recente, hanno partecipato a Musicultura e hanno ricevuto il Premio Un Certain Regard per la migliore interpretazione.

Per conoscere meglio La Base vi consigliamo di ascoltare l’intervista!