Acer sfida Apple
TRA NETBOOK, laptop e smartphone, evviva la responsabilità. Parola di Acer. L’azienda taiwanese – terzo produttore mondiale di computer – ha deciso infatti di impegnarsi in un settore ancora poco esplorato dalle aziende hi-tech, con il progetto “Acer&Sociale” – annunciato oggi – nel quadro del piano di responsabilità sociale di impresa (Csr), su cui ha intenzione di investire nei prossimi anni. Un piano che si articola su tre livelli: ambiente, sostegno al non profit ed economia d’impresa. Intanto – in occasione dell’annuale conferenza che si svolta questa mattina a Milano – l’Acer ha presentato una nuova linea di smartphone per garantire la massima mobilità ai consumatori e sfidare colossi del calibro di Apple, Rim e Nokia.

Smartphone, Netbook e Notebook. Cambia il mercato, cambia la domanda, e di conseguenza cambia l’offerta. Non solo – o non più – ingombranti computer fissi (desktop). Largo ai prodotti che permettono al consumatori di muoversi, rimanendo connessi; che offrono servizi come la posta elettronica, l’agenda, la rubrica, e ovviamente la possibilità di navigare sul Web. Nasce allora la prima linea di telefonini “intelligenti” con il marchio Acer, suddivisa in tre diversi segmenti: per chi vuole poter fare tutto, per chi ha bisogno essenzialmente della posta elettronica, e per chi vuole di tutto un po’, soprattutto navigare sul Web. A spingere non solo Acer, ma tutto il mercato verso questa direzione le ricerche di mercato più aggiornate secondo cui esistono attualmente 4 miliardi di persone al mondo che hanno sottoscritto servizi di telefonia mobile e circa 200 milioni di smartphone venduti ogni anno, con una crescita del mercato stimata pari al 15 per cento annuo per i prossimi 3-5 anni. E Acer non sembra intenzionata a farsi scappare l’occasione.

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Ad affiancare i nuovi dispositivi “smart”, ecco poi i netbook: portatili ridotti nelle dimensioni (schermo 10 pollici), nel peso (fino a 1,1 Kg) e nel costo (dai 299 ai 499 dollari), che garantiscono un’esperienza mobile e wireless attraverso un costante accesso a Internet, alle mail e ad applicazioni di Instant Messaging, permettendo al contempo di creare facilmente contenuti.

Per finire con i notebook, i classici, diffusissimi portatili, i cui schermi stanno via via assumendo dimensioni sempre più significative, andando di fatto ad erodere il mercato dei desktop, destinato – a detta di Acer – a vedersi ridotto drasticamente nei prossimi anni.

Parola di Acer. “Di fatto il futuro del mercato si giocherà in quella fascia di prodotti e di bisogni che stanno fra i classici cellulari e nuovi smartphone molto sofisticati, e fra i classici computer desktop e i vecchi notebook, con un occhio sempre più attento verso il mondo della mobilità”. Ad esserne convinto è Gianpiero Morbello, Vice President Marketing & Brand Acer Group, che a ruota libera confessa a Repubblica. it. it le sue impressioni sulla crisi economica e le strategie del gruppo per affrontarla. “Il mondo dell’informatica non è certo in crisi come altri settori – ci dice – e comunque Acer si trova in una posizione di forza: grazie al suo modello di business per cui non vendiamo noi direttamente, e grazie al fatto che le acquisizioni effettuate negli ultimi anni (prima di Gateway e poi di Packard Bell nel 2007), sono avvenute in modo indolore e molto velocemente”.

E’ dunque finita l’epopea dei big come Microsoft, Intel, e per quanto vi riguarda Hp e Dell? “Sì – risponde il vicepresidente – la suddivisione dei profitti nel nostro mercato è stata per molto tempo imbarazzante: due o tre attori avevano la maggior parte del mercato, a noi e pochi altri ne rimaneva una parte, e dietro di noi molti arrancavano. Sta cambiando tutto. Per noi, in meglio.”

La nuova frontiera della Csr. “Il progetto di responsabilità sociale di Acer Italy nasce dalla consapevolezza del ruolo che l’azienda ha nei confronti della comunità che la circonda”, spiega sempre Gianpiero Morbello. “In questo modo sosteniamo la libertà intesa come pari opportunità e speranza per il futuro, civile convivenza, rispetto ed equità”.

Il progetto Csr di Acer prevede tre livelli: il primo è quello ecologico e mira a tutelare l’ambiente, confrontandosi di volta in volta con associazioni come Greenpeace, e riducendo l’impatto dello smaltimento di macchine obsolete e la produzione di computer con materie non tossiche. Un secondo livello, inceve, a cui Acer intende dedicare parte delle proprie risorse, è quello del sostegno a realtà non profit sul territorio. Finora cinque: la Cooperativa Sociale Agorà 97 (Bindun) costituita far gli altri dagli ex calciatori Beppe Bergomi e Beppe Baresi nel giugno del 1997 con lo scopo di gestire servizi sociali, sanitari ed educativi, orientati ai bisogni di persone in condizioni di marginalità; la Fondazione Pupi lanciata da Paula Zanetti e suo marito Javier, capitano dell’Inter, impegnata nel sostegno dei bambini socialmente più svantaggiati e diversamente abili; le Opere Sociali Santo Hermano Pedro, che fornisce assistenza ai poveri del Guatemala e del Centro America; “Oltre Noi.. La vita”, dedicata a supportare giuridicamente gli adulti incapaci di gestirsi autonomamente; e una vecchia conoscenza, “Futuro@lfemminile” un progetto di responsabilità sociale di Microsoft nato nel 2005 finalizzato a promuovere il potenziale femminile attraverso l’uso della tecnologia. Il terzo livello, infine, è incentrato sul piano economico: Acer si propone come modello per le altre imprese all’insegna delle buone pratiche: rispetto dei diritti sociali, coerenza con la linea etica che ha assunto, una linea che l’azienda si è data e che intende mantenere pur in un momento assai difficile per le imprese.

Insomma, a sentire Acer, tutto bene, anzi meglio: più guadagni e tutti più buoni. Ma intanto sul fronte del mercato, a deciderla saranno i consumatori. Forse.