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ROMA – E’ perseguitato da uno strano destino W., il film che Oliver Stone ha dedicato alla figura controversa ma già sbiadita di George W. Bush. Primo, per la sua condanna all’inattualità: ancora un anno fa sarebbe stato un appuntamento obbligato, col suo ritratto un po’ patetico un po’ al vetriolo del presidente in carica; adesso, invece, rischia di finire – proprio come gli otto anni trascorsi dal protagonista alla Casa Bianca – tra le cose passate, polverose, da mettere in soffitta e dimenticare. Secondo, per il suo particolarissimo “viaggio” in terra italiana: verrà proiettato nei cinema e in contemporanea sarà trasmesso in televisione, in prima serata. Non su un canale a pagamento, ma sulla generalista La7.

Già, proprio così: l’ultima fatica del grande regista – che ha già indagato, con uno stile personalissimo, personaggi presidenziali come Jfk o Nixon – vivrà una doppia vita, una fruizione parallela. Nel salotto di casa o in una grande sala a pagamento. In una sorta di schizofrenia distributiva, che – a quanto rivelano dalla Dall’Angelo Pictures, società titolare dei diritti per il nostro Paese – è stata voluta dallo stesso Stone. Il quale, forse già terrorizzato dal rischio oblìo che incombe sulla sua creatura, ha preteso un veloce passaggio su grande schermo. Passaggio che avverrà il 19 gennaio in prima serata, subito dopo uno speciale della trasmissione di Lilli Gruber Otto e mezzo sul cambio di testimone tra Bush e Obama. Giusto per agganciarlo saldamente a un grande evento, di stringente attualità.

Si dirà che fin qui non c’è nulla di particolarmente strano: può capitare che film anche importanti, nati per il grande schermo, finiscano invece, per difficoltà distributive, dritti dritti su quello piccolo. Ma non è questo il caso di W.. Che la sua vita nei cinema la sta già vivendo: da alcuni giorni, infatti, è in programmazione in versione originale sottotitolata al cinema Metropolitan di Roma. E non basta: perché mercoledì prossimo, alla Casa del cinema (sempre nella capitale), ci sarà l’anteprima della versione doppiata. Che il giorno successivo, il 9 gennaio, approderà nelle sale, con distrubuzione Dall’Angelo e Digima. Non in tutte le sale, però: solo quelle attrezzate a far vedere opere in digitale, e non in pellicola.

Recapitolando: prima il passaggio a novembre al Festival di Torino di Nanni Moretti, dove W. e il suo regista hanno avuto il posto d’onore (e cioè l’apertura della rassegna); poi, intorno a Natale, lo sbarco semi-clandestino in sala con la versione originale; poi, la prossima settimana, l’anteprima della versione italiana con immediato sbarco in svariate sale; e appena 10 giorni dopo, il 19, la programmazione in prima serata su La7.

Interpellati se su l’arrivo in tv implicherà necessariamente la sparizione dei cinema, i distributori italiani negano con forza: “Il film resterà sul grande schermo – spiegano – perché col sistema in digitale, che non implica l’arrivo delle ‘pizze’ di pellicola, qualsiasi esercente potrà decidere di programmarlo ancora, nei giorni e negli orari che vuole”. Insomma, un valzer di uscite per il pubblico che presto coinvolgerà anche il terzo canale per eccellenza dei prodotti cinematografici, ovvero l’homevideo: l’uscita è prevista tra la fine di marzo e l’inizio di aprile. Ma qui i tempi sono quelli soliti.

Quanto al contenuto del film, ricordiamo che W. è un film indubbiamente d’autore, che ricostruisce fatti e misfatti del presidente (interpretato dal Josh Brolin di Non è un paese per vecchi), e in particolare il rapporto col il padre George senior (James Cromwell). Del bel cast fanno parte anche Elizabeth Banks, Ellen Busrtyn e Thandie Newton. E allora, in tv o al cinema, forse vale la pena di dargli una chance.