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Se l’idea era quella di partecipare al Festival di Sanremo senza particolari, stress, addirittura “divertendosi”, l’obbiettivo di Manuel Agnelli e dei suoi Afterhours è stato raggiunto. Una prima esibizione in cui il pezzo portato all’Ariston, Il paese è reale, appariva in verità mal gestito da una voce non perfettamente in linea con l’orchestra; poi il riscatto, nonostante l’eliminazione dalla serata finale. La canzone ha vinto il Premio della Critica, dedicato a Mia Martini, eletto a pieni voti dai giornalisti presenti in sala stampa, e da oggi è disponibile online in streaming, sul loro MySpace, dove da domani sarà pure possibile ascoltare in rotazione gli altri diciotto artisti ospiti del Cd che la band ha promosso durante la kermesse ligure. Un successo o una sconfitta, insomma? Agnelli non ha grandi dubbi.

Il paese è reale esce questa settimana. Cosa si aspetta da un progetto del genere?
Mi aspetto che raccolga l’attenzione che si merita. Abbiamo selezionato diciotto soggetti che oggi fanno musica “reale” in Italia. Li abbiamo messi su un disco, con canzoni totalmente inedite e li stiamo proponendo a un prezzo fisso, meno di dieci euro. Inoltre, l’album è distribuito esclusivamente nel circuito Fnac, e questo può essere il valore aggiunto del progetto. Chiunque lo può acquistare in Rete, allo stesso prezzo che praticano i negozi.

Filantropia a parte, perché tutto questo?
Non so che cosa sia la filantropia, ma so che in certi ambiti ci si lamenta sempre

e nessuno fa nulla per evidenziare le cose “alternative” che ci sono in questo Paese. L’autoghettizzazione impera. Qui almeno si prova, magari facendosi male.

Dopo Sanremo, si sente dolorante?
No. Sono in splendida forma. Ho la percezione che il messaggio sia passato.

Quale messaggio?
Si può fare almeno una cosa che serva, come si canta nel pezzo di Sanremo. Poi, la vita prosegue.

Con che contraccolpi, rispetto al passato recente?
Mi auguro nessuno. Non avevamo preventivato di vincere, ma neppure di pareggiare. Partecipare senza cambiare una virgola del nostro stile e aprendo le porte ad altri soggetti, che possono farsi conoscere attraverso il Cd, è la vittoria voluta.

Il premio della critica, comunque, c’è stato.
E’ intitolato a una grande, Mia Martini, e ha fatto piacere riceverlo. Non so se lascerà una traccia forte su di noi in futuro, è troppo presto per dirlo.

Non avete provato imbarazzo, nel dividere il palco con chi fa musica molto distante dalla vostra?
Se non erano imbarazzati gli altri, perché avremmo dovuto esserlo noi? Scherzi a parte, mostrare un po’ di voci fuori dal coro – e non c’era solo la nostra – è salutare. Il paese reale non è solo Sanremo: se lo puoi dire a Sanremo, tanto meglio.