Ma nel bollettino il rischio era
 Precipitazioni sparse e diffuse con temporali di forte intensità, quantità moderata, rischio idrogeologico a criticità ordinaria, stato di preallerta.

Eccolo il bollettino emanato dalla Protezione civile regionale giovedì primo ottobre, eccole le previsioni meteo per il pomeriggio nella fascia nord orientale della Sicilia. Nessuna particolare allerta, nessun preavviso. Le dichiarazioni di Silvio Berlusconi suonano come una beffa alle orecchie di chi spala ancora con le mani nel fango, di chi piange i suoi morti, di chi aspetta ancora notizie dei propri cari, di chi ha perso tutto.

Quel giovedì primo ottobre nessuno diede mai alcun allarme. Nessuna unità di crisi in prefettura, nessuna allerta della Protezione civile, nessun avviso alla popolazione. Lo conferma il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca: “L’unità di crisi – dice – l’ho chiesta io alle 19 di giovedì, quando già il nubifragio era in atto da una mezzora e semplicemente perché alcuni amici, che abitano a Giampilieri, mi hanno chiamato per dirmi che lì stava venendo giù tutto. In dieci minuti abbiamo fatto partire la macchina dei soccorsi e solo perché io, in una città che ha subito ben due terremoti in 100 anni, proprio l’anno scorso ho rifatto il piano della protezione civile”.

Il sindaco è un fiume in piena. E’ stato accanto a Berlusconi nelle sue tre ore in Sicilia, non ha alcuna intenzione di fare polemica con il premier: “Forse intendeva dire che era noto che ci sarebbe stato il maltempo, ma che non si poteva prevedere uno smottamento di tale proporzioni”. Ma poi ci pensa un attimo su e sbotta: “Sa che le dico? E anche quando che avremmo potuto fare: evacuare centomila persone? E dove? Perché a rischio, qui, continuamente c’è tutta la città e il suo comprensorio, mica solo Giampilieri e Scaletta Zanclea. Sta venendo l’inverno. Chissà quante di queste calamità naturali ci riserveranno i prossimi mesi e io voglio sapere da qualcuno che devo fare: ogni volta evacuare una città e dove le metto le persone? Se quei villaggi dovevano essere evacuati bisognava farlo dopo l’alluvione nel 2007, ma non l’hanno fatto”.

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Buzzanca, come gli altri amministratori locali oggi sul banco degli imputati per non aver ottemperato alla messa in sicurezza di zone ad altissimo rischio idrogeologico, racconta di aver spiegato a Berlusconi, Bertolaso e al ministro Prestigiacomo che qua, a Messina, l’abusivismo non c’entra nulla: “E non solo perché le case spazzate via erano del ‘700, ma soprattutto perché basta fare un giro in città e soprattutto leggere le carta per vedere che qui anche le costruzioni sul mare e sui fiumi hanno tutte la licenza. Gliele hanno date trent’anni fa”.

Fuori del palazzo della prefettura, tra i manifestanti, comincia a esplodere la rabbia: “Come sarebbe a dire che avevano previsto tutto? – dice Mario, 60 anni, riuscito ad uscire per caso dall’abitacolo della sua macchina ripescata poi sulla riva del mare a Scaletta Zanclea – non sono stati in grado neanche di chiudere la statale che solo una settimana fa era rimasta bloccata per due giorni per una frana dopo un altro temporale. Si dovrebbero vergognare”.

Definisce Berlusconi “avvoltoio” Leoluca Orlando, di Italia dei Valori: “Siamo stanchi di questo governo del giorno dopo che prende in giro i cittadini, offende le vittime di Messina e i loro parenti che stanno vivendo una tragedia enorme. Se l’esecutivo aveva previsto il disastro perché allora ci sono state 24 vittime e 40 dispersi?” E Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente, osserva: “Berlusconi non sa quello che dice e ottiene il solo risultato di mettere in cattiva luce la protezione civile cui spetta dare l’allerta. Ma nessuna allerta è in grado di prevedere quanti millimetri di pioggia cadranno, in quale zona e meno che mai che conseguenze potranno avere”.