SANREMO – Il sipario che ha riservato gloria e oblìo a tanti artisti si leva sulla voce più grande e più longeva della musica italiana. Mina canta Nessun dorma e regala l’emozione che tutti si aspettano. A precederla c’è Beatrice, una pianista di sette anni voluta da Paolo Bonolis che tanto ama i bambini e i colpi di teatro. E le citazioni colte, tant’è che appena entra in scena evoca Pavese, “a che serve passare dei giorni se non si ricordano”, e spera che questo Sanremo sia indimenticabile. Si apre così la 59esima edizione del Festival, la seconda di Bonolis al quale è affidato il delicato compito di fare il lifting a una manifestazione provata dal passare del tempo. E che diventa, tuttavia, teatro di nuova polemica dopo l’esibizione di Povia, con la sua già contestata canzone Luca era gay, ma anche dopo il monologo di Roberto Benigni, che ha dedicato ampio spazio alla difesa dei diritti degli omosessuali.

La serata. Fuochi d’artificio sopra il teatro Ariston e conduttore scoppiettante, passo televisivo e siparietti col sodale Luca Laurenti (che indossa una giacca rossa, e il conduttore gli dice “ti sei vestito da eritema”) che entra in scena cantando That’s Life in stile Sinatra. Apre le danze Dolcenera, le chiude Alexia con Mario Lavezzi. Nel mezzo c’è – fra gli altri – Patty Pravo che stona clamorosamente eppure è accolta dal pubblico con un grande applauso. Debutta Alessia Piovan, l’attrice e modella che affiancherà Bonolis per tutta la durata del Festival. Prende una papera nel presentare Marco Carta, però si fa perdonare grazie a uno spacco generoso che mostra più del previsto. C’è anche il primo dei modelli (“l’invasione degli ultragnocchi”, la chiama Bonolis) che dovrebbero appagare l’occhio del pubblico femminile, Paul Sculfor, ma i suoi interventi sono così rapidi – e lui così poco consistente – che all’occhio femminile quasi sfugge del tutto.

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La gara. Con il debutto del Festival è iniziata anche la gara vera e propria, con l’eliminazione diretta (salvo ripescaggio, previsto): con i voti della giuria demoscopica del Teatro Ariston – l’unica a esprimersi in questa serata – escono Afterhours, Tricarico e Iva Zanicchi.

Povia e l’Arcigay, applausi e fischi. E’ passata da poco la mezzanotte quando si esibisce Povia con la contestata Luca era gay. Ed è ancora fresca l’emozione per l’intervento di Benigni che, con la lettura di una lettera di Oscar Wilde ha tributato un omaggio all’omosessualità. Il brano viene applaudito dal pubblico. L’accoglienza non è la stessa accoglienza per Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, che prende il microfono per criticare la canzone, legge un sms di un suo amico ancora commosso per le parole di Benigni, ma viene accolto dai fischi della sala, prontamente fermati da Bonolis. “Si è passati dalle stelle alle stalle” dice il presidente di Arcigay, Aurelio Mancuso, che ricorda l’appuntamento di sabato, una manifestazione “ironica e gioisa” in programma a Sanremo. “Dalla poetica di Benigni, dalla verità dell’amore a una canzonetta intrisa di pregiudizi e falsità – dice Mancuso – un’esibizione come ce l’aspettavamo, e Povia strafottente come sempre”.

Standing ovation per Benigni. Soddisfatta la curiosità per l’apparizione di Mina (sì in video, ma si è fatta vedere com’è adesso, e ha fatto anche un salutino con la mano, rivolta al pubblico, probabilmente un arrivederci visto che si parla di una sua ri-comparsa anche per la serata finale, sabato), è forte l’attesa per Roberto Benigni, preceduto da polemiche furibonde per l’accordo che la Rai avrebbe stipulato per la sua partecipazione. Arriva poco dopo le 22 ed è delirio di pubblico, fra le battute sull’attualità politica e il tributo all’omosessualità.

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Il saluto dell’Onu. Una delle sorprese di Bonolis è il collegamento con il Palazzo di Vetro per un messaggio del presidente dell’Assemblea delle Nazioni Unite, Miguel D’Escoto. “Tutti noi siamo fratelli e sorelle. O accettiamo questa realtà e le sue conseguenze – dice il diplomatico – o andremo tutti a morire, affonderemo insieme”. Bonolis gli chiede dell’elezione di Barack Obama (al nome del presidente Usa, in sala scatta l’applauso) e lui risponde: “Dovrà affrontare un compito difficile. Vedremo se sarà in grado di far cambiare la mentalità del suo popolo, che per molti anni ha seguito una via individualista”. Infine, su richiesta di Bonolis, una dedica per il Festival: “Un abbraccio a tutti gli italiani. Dobbiamo lottare per un mondo migliore e abbiamo bisogno della musica”.