giardini Le piante rare di Negombo a Ischia che crescono soltanto con il caldo. La rosa Blu Magenta che risale all’inizio del Novecento e l’Albertine Barbier, una varietà del 1821, che si arrampicano sulle mura di Palazzo Patrizi a Bracciano. I rododendri e le azalee antiche sopravvivono soltanto nel parco Malingri di Bagnolo, le peonie arbustive e erbacee cinesi nel centro botanico Moutan. Sono alcuni degli esemplari che potrete vedere, toccare, e annusare.

Andateli a cercare, selezionateli nella mappa dei Grandi Giardini Italiani, (il sito) il circuito fondato da Judith Wade dieci anni fa che in maggio, il mese dei fiori, ne riunisce settanta in tredici regioni. Judith Wade è una signora inglese che ha voluto mettere insieme una costellazione di verde italiano, il migliore.

Una costellazione fatta di botanica e architettura che ora diventa un’occasione per partecipare a mostre, per ammirare nuovi allestimenti architettonici.
 
Cominciamo dal più marino di tutti i giardini italiani, il parco idrotermale del Negombo a Ischia. L’idea di costruirlo viene a Luigi Silvestro Camerini, un umanista che per realizzarlo sceglie la baia di San Montano. Si ispira alla baia di Negombo di Ceylon. Sembra di entrare in una galleria d’arte all’aperto piena di profumi speziati.

Ci sono l'”Arco in cielo” di Aldo Pomodoro, lo “Strale” di Lucio Del Pezzo, “Gli occhi di Nesti e di Neri” di Laura Panno, tutte opere nella cornice di un paesaggio popolato da piante fatte arrivare dall’Australia, dal Giappone, dal Sudafrica, dal Brasile con una sezione dedicata alle magnolie introdotte in Europa da John Bannister nel 1688.

Sempre al mare, a Genova, il palazzo del Principe (Andrea Doria) con il suo giardino monumentale organizzato in aiuole e ricco di fontane di marmo (nel dopoguerra ha recuperato la sua planimetria cinquecentesca e i suoi tulipani originari) offre ai suoi ospiti un laboratorio pratico dedicato a mamme e bambini “Arte e natura negli arazzi di Alessandro”, una caccia ai fiori rappresentati negli arazzi quattrocenteschi che costruisce, passo passo, un erbario rinascimentale a misura di madri e bambini con tanto di laboratori di acquerelli botanici, disegni dal vero e studi di luci e ombre nella sala Hermes dell’edificio affacciata sul giardino storico.

E nel centro Italia? Il più affascinante è il giardino di Boboli a Firenze che viene dall’unione dell’orto dei Pitti con lo spazio agricolo che Eleonora di Toledo, moglie del duca Cosimo I de’ Medici, aveva acquistato nel 1549 dalla famiglia Pitti. Conche di agrumi e fiori intorno alla fontana dell’oceano e un viale interamente coperto da rami di leccio intrecciati, si chiama la “cerchiata grande”. Maggio a Boboli è all’insegna dell’arte con la mostra “Memorie dell’antico nell’arte del Novecento”.

Sempre in Toscana a San Casciano, Val di Pesa Villa Poggio Torselli costruita nel Quattrocento dalla famiglia Machiavelli, passata di mano tra i nobili fiorentini, Corsini, Antinori, Capponi fino agli Orlandini che l’hanno trasformata l’ultima volta nel 1690. Il giardino è formato da una zona parco a nord e a sud da un’architettura all’italiana. Il tutto su due ripiani terrazzati con aiuole oblunghe e vaschette scolpite in pietra forte. fonte repubblica.it