”[…] io sto con chi illumina l’ignoranza con la ragione […]”

di Carlo Lucadei – Radio Incredibile

Prima di tutto, prova a spiegarci l’origine del tuo nome d’arte.

Innanzitutto saluto i nostri lettori e ringrazio la redazione per la possibilità che mi dà con questa intervista. Wanted fino a qualche anno fa era Lil’ Wanted. A circa 12 anni, in concomitanza con mio fratello Blitz, inizio a scrivere le prime rime e l’influenza del rap americano mi ha portato ad identificarmi con un nome americano. Da piccolo sono sempre stato “ricercato” (inteso positivamente come “desiderato”) dai miei amici per uscire, giocare, studiare, aiutare ecc. quindi l’origine primordiale è questa. Poi con il tempo sono cresciuto e sono diventato semplicemente Wanted, un ragazzo che ama scrivere canzoni rap con un stile il più “ricercato” possibile e che parlino di tematiche utile, “che occorrono, che servono”.

Wanted, come e quando ti sei avvicinato al rap?

Intorno agli anni 2000 grazie alla TV. Avevo qualcosa come 7 o 8 anni e sempre con mio fratello spesso vedevamo dei programmi che passavano videoclip musicali e quando era l’ora di un pezzo rap saltavo letteralmente dal divano e cantavo e ballavo come un pazzo. Poi con Internet è iniziata tutta una ricerca. Io ero troppo piccolo, ma Blitz aveva il permesso e l’accesso al PC, quindi mi mettevo al suo fianco e cercavamo musica e notizie sul rap, fino a scoprire grandi cose sull’Hip Hop. Non smetterò mai di ringraziare mio fratello per tutto questo.

Quale artista può aver maggiormente influenzato il tuo stile?

Tutto ciò che ascolto mi influenza in qualche modo. Non ne ho un in particolare ma più di uno. Danno (Colle Der Fomento), Kiave, Kaos One… A 16 anni sul pullman tragitto casa scuola (un’ora di viaggio a tratta) ascoltavo i loro dischi a ripetizione e credo mi abbiano influenzato molto. Inoltre i vari live e concerti a cui ho assistito mi hanno dato parecchio, un artista su tutti Method Man.

Da cosa attingi per scrivere? Quanto del tuo vissuto metti in rima?
100%. Per me il vissuto di una persona comprende sia l’esperienza diretta che indiretta e io cerco di fare tesoro di entrambe per poi trasmetterla, perché credo sia un modo per confrontarsi, crescere e migliorare tutti insieme. Parto sempre da cose che sono accadute a me, o a persone a me vicine, e seguo il flusso.

Chi Mi Conosce Già Sa è un lavoro complesso. Le 15 tracce spaziano su un’ampia gamma di ritmi e sound, inoltre è ricco di collaborazioni. Quanto tempo hai impiegato per realizzarlo?

Bella domanda (ndr, sorride). 5 anni. Purtroppo o per fortuna nel mentre ho studiato, mi sono laureato e continuo a studiare, quindi non ho avuto molto tempo per dedicarmi interamente a questa mia passione. Inoltre volevo scrivere un album e inizialmente ero partito con l’idea di farne 19. Realizzare 15 tracce mi ha portato ad allungare i tempi: la ricerca dei beat, le varie collaborazioni e il non avere la possibilità di andare costantemente in studio sono fattori che hanno influenzato parecchio la variabile tempo.

Credi che i feat possano alzare il livello del lavoro?

Ne sono certo! Un feat è come un aiuto, e un aiuto non può fare altro che migliorare una situazione. Ne approfitto per ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato nel realizzare questo disco e per sottolineare la stima che provo nei loro confronti. Tutti quanti a loro modo hanno alzato il livello senza ombra di dubbio e sono contento di aver collaborato con persone professionali e serie.

Dalla tua bio si vede che ti sei spostato a Milano. Questa città ti ha dato nuovi stimoli? Hai avuto modo di migliorarti?

L’esperienza universitaria qui a Milano mi sta dando tantissimo e mi sta formando come professionista nel mio ambito oltre che come uomo. Inizierei il tutto da capo solo per riviverlo. Dal punto di vista dell’Hip Hop mi ha dato molto perché ho avuto la possibilità di vedere artisti live che non mi sarei mai sognato di vedere nella mia vita. Però non riuscirà mai a superare quello che mi ha dato e che mi dà la mia regione. Sono molto legato all’Abruzzo e la connessione con la scena marchigiana mi ha dato molto di più. Ogni esperienza ci cambia, ci fa crescere e spero ci migliori. Sicuramente sono cambiato, spero di essere migliorato.

La canzone L’Era Dei Saccenti ha rime taglienti che disegnano in modo implacabile la “realtà” attuale…

Il pezzo è nato da un’idea con mio fratello. La produzione è sua e le chitarre sono di Emanuele Tucci. Al ritornello c’è mia cugina Emilia Cardamone e ci tenevo naturalmente ci fosse anche Blitz con una strofa.
“Nell’era dei saccenti dove vige l’arroganza…” (ndr, cantando l’inizio della canzone) credo che il pezzo si spieghi da solo, basta ascoltarlo per capire. L’idea è stata di fotografare la “realtà” attuale per dare modo all’ascoltatore di fermarsi e riflettere. Il video, girato qui a Milano, è stato realizzato da Valerio Di Filippo che ringrazio.

Qual è la domanda che ti aspetti e che nessuno ti ha mai fatto, artisticamente parlando?

Sinceramente non ci ho mai pensato. Forse indirettamente me lo hanno anche già chiesto, ma mi piacerebbe se mi chiedessero: “Perché lo fai?”. La risposta la lascio a chi avrà questa curiosità.

Cosa vorresti dire a chi non ti conosce?

“Chi Mi Conosce Già Sa” credo sia un disco abbastanza autobiografico e personale. A chi non mi conoscesse consiglio di ascoltarlo se ha voglia di conoscere Wanted, un uomo come tanti che parlando di se stesso prova a descrivere ciò che gli accade per far riflettere chi vuole confrontarsi al fine di crescere e migliorare. Per chi ha davvero voglia di farlo, suggerisco di seguire la mia pagina Facebook (Wanted a.k.a. Il Latitante) e di scaricare il disco che trovate in free-download su www.ritmiurbanistore.com.

Un caro saluto ancora e un abbraccio a tutti i nostri lettori.