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ZAGABRIA – Podio azzurro nello slalom in notturna di Zagabria. Lo conquista il meno atteso degli italiani, Giuliano Razzoli, un emiliano come Alberto Tomba, ventiquattrenne di Villa Minozzo (RE), terzo alla fine della gara. Davanti a lui soltanto i due più forti specialisti del momento, il francese Jean-Baptiste Grange, che precede il croato Ivica Kostelic di 5 centesimi. A trentacinque centesimi l’azzurro, che recupera quattro posizioni rispetto alla prima manche, precedendo l’altro italiano Manfred Moelgg. Gli altri italiani che avevano concluso bene la prima manche, Thaler e Rocca vengono risucchiati e concludono 13mo e 17mo. Nei trenta anche Cristhof Innerhofer, fresco vincitore della libera di Bormio e non certo uno specialista, che chiude 26mo, due posizioni davanti all’altro azzurro Cristian Deville.

Partito con il pettorale 43, l’emiliano ha fermato il cronometro sul settimo tempo di manche a metà gara. Nella seconda manche, è partito alla grande, ed è stato velocissimo sia sul ripido iniziale, che sul piano centrale. Sul muro conclusivo, pur senza commettere errori, né dare l’idea di aver tirato i freni, è comunque sembrato sciare in sicurezza, pago di un risultato che comunque gli avrebbe garantito di conquistare punti preziosi e di risalire posizioni nella graduatoria mondiale. Forse questo ha fatto la differenza rispetto ai due atleti che l’hanno preceduto, rispetto ai quali ha comunque più che dimezzato l’handicap con il quale partiva dopo la prima discesa.

Per, Razzoli, che ha compiuto 24 anni il 18 dicembre scorso, e cioè, altra coincidenza curiosa, un giorno prima del compleanno di Alberto Tomba, è il miglior risultato in carriera. Sinora non era mai andato più in là della quattordicesima posizione. “Ci credevo e ci ho provato. La gente di Zagabria tifava per Kostelic ma il tifo ha dato le ali anche a me”, ha detto esultante il 24enne, che anche a Zagabria aveva il personalissimo “Razzo fan Club” a seguirlo: viene dal suo paese, dove quasi tutti si chiamano Razzoli.

La gara è andata complessivamente bene per gli azzurri, anche se è venuto a mancare Giorgio Rocca, e, in parte, trattandosi del detentore della coppa di specialità, Manfred Moelgg, che comunque, lentamente, sembra risalire la china (va ricordato che quest’anno ha cambiato marca di sci e che normalmente i materiali nuovi richiedono assuefazione). In ogni caso, gli azzurri, che nella prima manche partivano avvantaggiati dal tracciato “amico”, disegnato dal loro allenatore, hanno sostanzialmente tenuto nella seconda, confermando il recupero in atto nello slalom. La conferma – o meno – potrà arrivare dalla terribile Kuonisbergli, la pista di Adelboden, celebrata sede del più bel gigante della Coppa del Mondo, ma che da alcuni anni ospita un altrettanto spettacolare gara tra i pali stretti. Gigante e slalom sono programmati sabato e domenica prossimi.